sabato 13 dicembre 2008

Israele

Il 28 settembre 2000 in Israele il premier Ariel Sharon ebbe l´idea stravagante di fare una passeggiata sulla spianata delle moschee, nella città
vecchia di Gerusalemme. Questa zona è sacra per ebrei e musulmani, questi
ultimi si sentirono provocati dal gesto di Sharon e cominciarono a protestare. In quello stesso giorno mi trovavo a Tel Aviv, il mio soggiorno nel paese volgeva al termine e c'era un aereo che non avevo nessuna voglia di prendere. Non volevo lasciare quei luoghi troppo in fretta, quindi decisi di passare via terra al Cairo e d´imbarcarmi da lì. Il giorno dopo alla frontiera di Eilat notai molti turisti israeliani che dal Sinai rientravano a casa. Era un
affollamento inconsueto e aveva l´aria di un rientro precipitoso da chissà
cosa. Nel bar della dogana conversavo con un ufficiale israeliano, che
all´inizio parlò di questo e di quello, poi accennò a quello che succedeva
da questa e da quella parte del confine, e alla fine mi raccontò senza mezzi termini ciò che temeva sarebbe accaduto nei giorni seguenti. Fu un discorso un po´ strano e non gli diedi molta importanza. Passai il confine e me ne andai. Quel giorno era l´inizio della seconda intifada, che nei 4 anni successivi si espresse contabilmente con 3300 palestinesi e 900 israeliani morti ammazzati. Una `nakba´, catastrofe, in piena regola.

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