sabato 13 dicembre 2008

Giava

Durante una visita in Indonesia, percorrevo in autobus il tratto Jakarta – Bandung (Giava). Il mezzo era sovraccarico di passeggeri con bagagli, il tragitto era lungo e faticoso, il caldo male sopportabile. Fu così che quando cominciò un tentativo di conversazione tra me ed una giovane donna indonesiana seduta accanto mi sentii sollevato. Peccato che la ragazza conoscesse solo 5 parole d'inglese, fra cui la parola ‘delicious’, che ripeteva spesso. Io allora controbattevo con la parola 'jalan-jalan', termine jolly e furbesco che va bene in molte situazioni. Il bahasa indonesian è un lingua povera, e un termine può voler dire molte cose. E' anche una lingua molto semplice, ad esempio: orang è uomo, orang-orang è il plurale uomini. Ora, 'jalan-jalan' si usa per indicare 'viaggiare, camminare, passeggiare, svagarsi, andare a zonzo, essere in libera uscita...' Quando la ragazza mi sentì pronunciare la parola-jolly, la conversazione subì un'accelerata, e così continuammo a base di 'delicious jalan-jalan'. Io pensavo che era strano che una donna sola in un paese musulmano fosse incline a conversare con un uomo venuto da chissà dove. Ma tant’è, il bus era pieno di gente…La giovane donna mi fece capire che sarebbe stata lieta di farmi da guida (gulp) nella zona di Bandung dove lei abitava ed io accettai. Scendemmo alla stazione bus di Bandung e cominciammo quella strana escursione. La ragazza come ho detto parlava poco o niente, così indicava spesso con il dito cose da vedere e comunque mi sorrideva spesso. Così spesso che ad un certo punto mi domandai quali altre accezioni e significati a me sconosciuti poteva avere l'espressione 'jalan-jalan' nel bahasa indonesian così povero di vocaboli. Il fatto è che a pronunciare quella frase era donna indonesiana giovane, dagli occhi che ridevano e dai capelli nerissimi, e proprio questa creatura mi aveva fatto un invito inaspettato. Scacciai i pensieri strani e mi dissi che la mia accompagnatrice era una normalissima ragazza di buona famiglia che si era offerta solo per una forma di curiosità per il turista di mostrarmi Bandung, dove sia detto per inciso non c’è niente da vedere. Calava la sera, io dissi alla donna che ero incantato della sua cortesia, che mi spiaceva molto di lasciarla ma che dovevo andare all’hotel indicato dalla guida Lonely Planet. Nessun termine come quelle due parole ‘lonely’ e 'planet’ avrebbero saputo meglio definire il mio stato d’animo nel congedarmi da quell’anima gentile. Ed ecco che la donna si attivò in una serie di gesticolazioni che volevano dire: la mia casa è qui vicina, se vuoi te la mostro e ti presento papà e mamma, più fratello. Dei e numi dell'universo, cateratte del cielo, apritevi. Velocemente cercai di capire se fosse accettabile il quadretto con dentro me ormai maturo, sposato con la giovane donna sempre affascinante, che ormai aveva imparato a dire ’delicious’ in italiano, circondati da 9 tra bambini/e fanciulli/i, con suoceri sullo sfondo. No, non si poteva. Nonostante questo accettai l’invito e andammo alla sua casa. Questa era un parallelepipedo di cemento con poche finestre e con una porta ammuffita dall'umidità. L'interno era scuro, triste e umido. Genitori e fratello non c'erano. Io non sapevo cosa fare e aspettavo. Alla fine arrivò il padre, aveva una fisionomia più cinese che indonesiana, si presentò e disse di essere un poliziotto. La conversazione non riusciva a decollare. La mamma non si vedeva ma poco male. Dopo un po’ il padre della ragazza mi disse che in Indonesia i comunisti sono malvisti e mi chiese se a me piacevano i comunisti. Io volevo raccogliere il mio zaino e andarmene. Dopo un altro po’ l’uomo mi chiese di mostrargli il mio passaporto. Io mi alzai deciso ad andarmene, ma in quel momento entrò il fratello, che mi invitò a restare ancora un poco. Il fratello della ragazza mi fece tante feste e complimenti, ma aveva un sorriso falso e dopo alcuni minuti mi chiese se viaggiavo con dollari cash o con assegni di viaggio. A quel punto mi alzai veramente, guardai negli occhi la ragazza,
ma non ci vidi più nulla, anche il suo sorriso era scomparso. Uscii dalla casa, raggiunsi la strada principale e fermai un taxi collettivo. La portiera si aprì e
dall'interno del taxi uscì il vociare potente di una conversazione...in lingua tedesca!!!! il taxi era occupato da tre turisti tedeschi diretti anche loro all'hotel consigliato dalla guida Lonely Planet. I tre ragazzi erano eccitatissimi e si parlavano addosso l’uno con l’altro, strappandosi continuamente di mano la copia di un quotidiano tedesco vecchio di alcuni giorni. Mi feci passare la copia, lessi i titoli e rimasi di sasso. Era il 1989 e pochi giorni prima il muro di Berlino era caduto.

Nessun commento: